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Richiesta di intitolazione strada a Pietro Mongelli

La Redazione
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Furono tanti i titoli di cui avrebbe potuto fregiarsi: Cavaliere al merito della repubblica concesso dal Presidente Gronchi e Ufficiale al merito della Repubblica concesso dal Presidente Leone, ma scelse di non ostentarli
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Mio padre si chiamava Pietro e di mestiere faceva il calderaio come suo padre e i suoi fratelli. E’ stato tante cose, è stato un uomo che ha dato tanto; per me è stato innanzitutto un padre, un marito, una persona per bene, un uomo che faceva il suo dovere e che non ebbe bisogno di tante parole per educarmi: bastava l’esempio.

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I consiglieri Milena Pavone, Donato Paradiso e Rosario Milano hanno proposto al Presidente della Commissione per la Toponomastica di intitolare a lui una via cittadina e a loro non può che andare il mio più vivo ringraziamento. Mio padre aveva la licenza elementare, era un artigiano che attraverso il servizio militare, la passione politica, l’impegno sociale ha onorato l’Italia e reso lustro a Gioia del Colle. Non sono le mie parole quelle di un figlio il cui desiderio è di non far entrare nell’oblio un uomo che ha agito sempre nell’interesse della crescita umana e materiale dell’altro e che il tempo fa dimenticare, sono le parole di chi vuole che i suoi ricordi personali diventino memoria di un fare, di azioni che possano essere esempio per tutti. Mio padre è stato compagno d’armi di Pietro Ingrao e con lui ha gioito per la fine del fascismo, una gioia che seppur adombrata dal timore per i nuovi tempi che stavano vivendo, era vissuta nella sua pienezza. Era la lotta per un ideale, era un impegno che gli valse la croce di guerra.

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Furono tanti i titoli di cui avrebbe potuto fregiarsi: Cavaliere al merito della repubblica concesso dal Presidente Gronchi e Ufficiale al merito della Repubblica concesso dal Presidente Leone, ma scelse di non ostentarli perché la via giusta per lui era lontana dalla brama degli onori. Mio padre è stato il presidente fondatore dell’ACAI (Associazione Cristiana Artigiani Italiani) dal 1956 al 1979 (per il suo impegno fu premiato a Firenze, Palazzo Vecchio, durante la VI giornata nazionale dell’Artigianato); è stato due volte amministratore comunale e assessore nelle amministrazioni, Antonicelli e Donvito</strong>; è stato vicepresidente della Cassa Mutua Artigiani e delegato della Democrazia Cristiana al congresso nazionale del 1961, quando Moro aprì ai Socialisti. Tantissimi ruoli, tantissimi impegni che svolgeva tutti con spiccato spirito di volontariato, lo faceva per acquisire conoscenze, per imparare, così da poter fornire assistenza ai tanti artigiani che grazie al suo impegno, hanno visto crescere le loro attività. Io sono orgoglioso e fiero di chi e cosa è stato mio padre, del suo rispetto per le istituzioni, della sua dedizione all’altro e spero che l’Amministrazione Comunale possa ricordarlo nel modo più alto e degno, soprattutto perché la memoria di lui diventi struttura delle azioni di quanti vogliano impegnarsi nella vita pubblica, istituzionale, ma più in generale nella cura dell’altro.

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Andrea Luigi Mongelli

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venerdì 9 Luglio 2021

(modifica il 18 Luglio 2022, 17:55)

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